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Storia

La ditta viene fondata nel 1966 con il nome Arata Fratelli ed aveva per l’epoca una produzione molto innovativa per forme, colori, materiali. Il fondatore, Aldo Arata, si forma presso il grande orafo Carlo Barberis ed acquisisce da lui l’esperienza necessaria per avviare l’attività. Aldo, inoltre, compie il suo apprendistato in un laboratorio nel quale si occupa di varie lavorazioni, tra cui il platino.

Nel 1977, dopo la crisi dell’oro, viene fondato anche il marchio Monile per la lavorazione del platino: la scelta di questo materiale è dettata dalla sua maggior economicità rispetto all’oro. La nuova collezione di platino è ufficializzata in un meeting a Stresa, nel quale vengono invitati 51 gioiellieri. Da allora il platino diventa il principale core business dell’azienda, identificandone il marchio con la sua lavorazione. Nel 1990 Arata Fratelli e Monile si separano; in seguito Arata chiuderà.

All’inizio dell’attività Aldo Arata si occupa principalmente del disegno dei modelli su carta; successivamente, con l’introduzione dei programmi per pc, inizia ad affidarsi alle tecnologie digitali. Il platino richiede, infatti, una lavorazione che deve essere supportata da una tecnologia adeguata. Tale tecnologia, seppur semisconosciuta in Italia, era già in uso in Germania e Giappone grazie all’odontoiatria. In quel periodo l’azienda Monile intraprende rapporti commerciali soprattutto con Giappone, nord Europa, Germania e Inghilterra.

Aldo Arata segue parallelamente anche una carriera istituzionale: collabora alla fondazione dell’Istituto gemmologico italiano; si diploma gemmologo e crea una intera collezione con le gemme ‘cosiddette’ alternative (es. alessandrite, tanzanite, topazio imperiale). Queste pietre, inizialmente poco costose, diventano molto richieste e valorizzate.

Le linee privilegiate negli anni ’60 sono comunque i diamanti; all’epoca Aldo Arata disegna per la De Beers. Questo gli permette di partecipare a vari concorsi, tra cui quello di Valenza Gioiello inedito, che ha quasi sempre vinto.

Al massimo del suo sviluppo e fino al 2008 la Monile conta un team di 40 persone. In questi anni la crisi maggiore è legata all’11 settembre 2001 quando, dopo aver stipulato un accordo con una multinazionale i suoi esponenti muoiono sull’aereo abbattuto sul Pentagono e con loro gli investimenti programmati.

Oggi i clienti, soprattutto in Italia, sono di profilo medio-alto.

Non va dimenticato, inoltre, che Monile ha fornito gioielli anche per la casa reale inglese.

Nel corso della sua storia, sviluppa partnerships importanti in tutto il mondo, alcune delle quali sono durate per oltre 20 anni: De Beers (primo produttore al mondo di diamanti), Platinum Guild (associazione mondiale dei produttori di platino), Lazare Kaplan International (sightholder di diamanti “ideal cut ®”, USA), Connoisseur (società di distribuzione della Rapaport, USA), Rosy Blue (sightholder di diamanti, India), Pluczenik Group (sightholder di diamanti, Belgio). Per questi partners Monile realizza tutto il ciclo produttivo: dall’idea all’oggetto.

Oggi, grazie alla collaborazione sviluppata con il Politecnico di Torino, realizza un platino con una durezza superiore all’oro bianco (l’oro bianco, a differenza del platino, è destinato a ingiallire nel tempo per cui necessita di un trattamento galvanico – rodiatura - periodico che lo renda di un colore simile al platino).

Nasce la collezione Everlasting di Monile: gioielli in platino più resistenti alle scalfiture e caratterizzati da una luminosità destinata a durare nel tempo.

Molti personaggi del mondo dello spettacolo hanno indossato gioielli Monile. Alcune collezioni, ad esempio, sono state create per il festival Europa Cinema.

Per il concorso di Busto Arsizio, Aldo Arata ha creato un anello Diva con una pietra centrale diversa a seconda del colore di capelli dell’attrice premiata.

Oggi vengono prodotti gemelli che sono riproduzioni esatte delle antiche monete della Zecca italiana.

 

Archivio

La maggior parte della documentazione conservatasi risale al 1970 circa. Al pari di altre simili situazioni, sono conservati in locali climatizzati gli stampi in gomma e i modelli in metallo vile. Tutti gli stampi sono numerati. Gli altri materiali come i disegni sono conservati in quaderni ad anelli. Parte della documentazione (disegni, fotografie e anagrafica clienti) è stata digitalizzata.

Le principali serie individuate sono:                                                                                            

- Rassegna stampa: 4 volumi

- Cataloghi tecnici: alcune decine, con indicazioni del riferimento agli stampi

- Disegni: 8 volumi di disegni cartacei; dagli anni 90 disegni a computer conservati su supporti esterni.

- Modelli in argento e in alpaca

- Fotografie: sia a stampa sia digitali

- Materiale pubblicitario (brochures, cataloghi), 1970 circa – 2016

- Anagrafica clienti: 2 armadi

- schede tecniche: digitali

Fonti
W. Fochesato, R. Massola, Gioielli su carta. Ricchezze dorate fra disegni e cartoline: da Valenza all’Italia, Interlinea, Novara 2018, disegno riprodotto a pag. 64
 

Lia Lenti, Gioielli e gioiellieri di Valenza, Arte e storia 1825-1975, Allemandi, Torino1994, Voce descrittiva

Monile - Jewels of Italy s.r.l.
Viale Manzoni, 31
15048 Valenza (AL) 
+39 0131953606
monile@monile.it
www.monile.it

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